INTEGRAZIONE DELL'ESSERE E LIBERAZIONE DEL POTENZIALE ESSENZA

CONTESTO

Ci sono momenti in cui qualcosa dentro si muove, come una voce antica che chiede di essere ascoltata.
È il potenziale che bussa alla coscienza, reclamando spazio oltre i confini del conosciuto.
Quando accade, tutto ciò che era nascosto chiede di essere riconosciuto, amato e integrato.

Ansia, angoscia, depressione, preoccupazione, repressione, frustrazione, insoddisfazione sono solo i sintomi superficiali di ciò di cui andremo a parlare in questo articolo.

Accade a volte, quando meno te lo aspetti, che emergano delle parti che erano rimaste nascoste, quasi dimenticate.

Non riescono a manifestarsi perché considerate un tabù nel livello di coscienza in cui ti trovi in quel momento. Ci sono condizionamenti familiari, morali o educativi installati che impediscono a quelle parti di essere viste, ascoltate e comprese.
Sono semplicemente escluse da quel livello di coscienza, perché non rientrano nei parametri di ciò che è accettabile, “giusto” o “normale”.
Non sono contemplate.
E così, rimangono nell’ombra.

Chiamiamo “condizionamento” tutti quei modi di pensare impiantati dall'esterno, di giusto o sbagliato, di accettabile o no, che rinchiudono la coscienza e castrano il potenziale che risiede dentro di noi, la cui natura è espansiva.
Quando siamo bambini questo potenziale esce fuori in modo naturale, spontaneo e libero, ma fin da piccoli viene limitato da quelli che sono i condizionamenti sociali, familiari, religiosi ed educativi.
È lì che la mente inizia a costruire gabbie illusorie, pur di adattarci, di sopravvivere, di appartenere, di ricevere amore e protezione rinunciamo a delle parti autentiche di noi.

(per approfondire si questo tema vedi l'Articolo: "L'ESSERE UMANO È MALVAGIO?")


 

IL POTENZIALE FLUISCE INEVITABILMENTE E NATURALMENTE

La cosa (che può essere una condanna o una benedizione, in base a come la vediamo e viviamo) è che dentro di noi si muove tutto costantemente.
Il potenziale spinge, spinge, spinge. Non si scappa.
È la forza della vita che preme da dentro, che vuole esprimersi, che desidera manifestarsi nella sua totalità, al di là di bene o male, di giusto o sbagliato!
Noi che, a partire dalla nostra mente condizionata, vogliamo che sia in un modo piuttosto che in un altro, siamo dei piccoli presuntuosi che credono di sapere come dovrebbe manifestarsi la vita e come no.

Per questo soffriamo: Non vogliamo arrenderci a ciò che è, perché siamo attaccati agli stereotipi del condizionamento e abbiamo paura che avvenga una qualche trasformazione che non possiamo controllare.
Dunque, a un certo punto, inevitabilmente, queste parti ci vengono a cercare e bussano alla porta della coscienza. (In alcuni casi lo fanno con forza, anche attraverso le situazioni che la vita ci presenta, generando una grande scomodità o sofferenza interiore).

Prima o poi, in base al cammino e al destino di ognuno, emergeranno. Siamo tutti chiamati nel PROCESSO DI RITORNO ALLA TOTALITÀ DELLA COSCIENZA, essendo dentro di essa.

É un meccanismo divino così perfetto!
Quella spinta del potenziale interiore costringe dunque la coscienza ad espandersi, a cercare uno spazio più ampio, oltre i limiti delle credenze, dei condizionamenti e delle paure installate fino a quel momento.

È un movimento naturale: la coscienza deve trovare uno spazio interiore abbastanza vasto da poter includere tutto ciò che fino ad allora era stato escluso.
Queste parti vogliono semplicemente essere viste, riconosciute e integrate.

In questo processo, siamo chiamati a compiere un lavoro immenso dentro di noi, è una vera e propria impresa.

 

PERCHÈ?

Espandere la coscienza significa necessariamente attraversare il processo di APERTURA DEL CUORE. Sprofondare nell’amore verso noi stessi, nella comprensione e nell'auto-compassione.
È un cammino che richiede sincerità, vulnerabilità e presenza.
Ogni parte esclusa ha bisogno di essere accolta, riconosciuta e compresa con responsabilità e incondizionalità.

A un certo punto quelle parti non possono più restare nell’ombra.
La vita ci invita a riconoscerle, ad amarle, a prendercene cura.
Non c’è altra opzione. E se la vita ci chiama a ciò e noi rifiutiamo, comunque ci tornerà da un’altra parte, in un altro momento.
Cioè, detto in altre parole: la vita viene a cercarci per metterci all’angolo e “costringerci” ad arrenderci all’Amore attraverso questo gioco del potenziale e dei limiti di cui stiamo parlando.

E quando questo accade, qualcosa dentro di noi cambia radicalmente.
Il cuore si apre, la coscienza si espande e iniziamo a respirare più liberamente. Torna l'energia nel corpo, le emozioni diventano tranquille e favorevoli, la mente calma e tranquilla.

Certo, non è facile.
Anche perché nella maggior parte dei casi intorno a noi esistono ambienti, relazioni o contesti sociali che non sono pronti ad accogliere queste parti.
In certi casi, anzi, sono proprio loro a rappresentare lo sguardo dei vecchi condizionamenti: non potrebbero accogliere quello che sta emergendo da dentro di noi.
Se emerge in noi, siamo chiamati a farcene carico. Diventa una missione. Nessuno può fare niente per noi.
Se è successo a me, vuol dire che tocca a me portare avanti il processo per necessità propria e lasciar stare gli altri e il loro modo di vedere o di giudicare.

Nessuno ne sa più di te.
Smetti di cercare fuori: sarebbe solo un modo per distrarti e prolungare il processo di liberazione.
Entra dentro, ascolta, respira, lasciamoti pervadere dal potenziale che risiede in te, lascia che ti attraversi e si esprima come la tua mente neanche potrebbe immaginare. Permettilo.
E in ciò la tua Essenza si libera e può sprigionare l’aroma unico che la caratterizza.

Entra nella follia, quella sana follia liberatrice che sta alla base della creazione stessa.



IL CORAGGIO DI NON TRADIRCI

Quando il potenziale spinge per emergere, diventa scomodo.
Potremmo essere rifiutati, giudicati, esclusi.
Ma se siamo INTEGRI e COERENTI alla nostra Verità più profonda, arriva il punto di inflessione in cui siamo disposti a perdere tutto pur di non perdere noi stessi.

Dire di no a ciò che siamo significherebbe tradire la nostra essenza.
A un punto del processo ci chiediamo: “Perché dovremmo negare noi stessi? Per cosa? Per convenienza, per adattarci, per mantenere accordi sociali o familiari basati sull’ignoranza (ignorare ciò che c’è)?”

Alla fine, più ci scopriamo in profondità, più spariscono i dubbi su ciò che siamo e più naturalmente, senza alcuna carica emozionale, con profondità e neutralità diciamo: “Ma sai che c’è? ’Sti cazzi. Questo è ciò che siamo. Questa è la nostra verità. Non ci tradiremo più. Se risuona, bene. Se no, pazienza. Arrivederci e grazie.”

È lì che torniamo a essere liberi.



PER CONCLUDERE

La spinta del Potenziale, che genera quell’attrito interiore, è guidata dall’Amore, che è l’Essenza della Vita.
Ci costringe a liberarci del superfluo, strato dopo strato (morte dell’ego) e a ritrovare l’essenziale (liberazione dell’Essenza).
La coscienza si espande e ci allineiamo con la direzione evolutiva, ci arrendiamo al flusso naturale dell’esistenza e ci integriamo su un ordine superiore, sempre più a immagine e somiglianza della totalità dell’Essere.

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