INIZIAZIONE RELAZIONALE - Parte Seconda
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Domanda, emersa dopo la lettura della Parte Prima:
"Questo per quanto riguarda le relazioni in generale o per le relazioni sentimentali?"
Risposta:
Io lo sto riscontrando con particolare chiarezza nella relazione di coppia, ma sì, è estendibile a qualsiasi tipo di relazione. Non riguarda solo l’amore romantico: può accadere in amicizia, nel rapporto con i familiari, nel lavoro, perfino nelle dinamiche di gruppo. In ogni relazione significativa può capitare che l’altro manifesti determinati aspetti ombra, quasi senza rendersene conto. Si potrebbe dire che diventa una sorta di specchio che ci mette alla prova.
Facciamo un esempio semplice: un amico desidera vedere più fermezza rispetto a una decisione, per comprendere quanto valore abbia davvero quella cosa per l’altro. E così, inconsciamente, mette in atto dei piccoli giochetti per destabilizzare, per insinuare un dubbio. Non lo fa per cattiveria, non è un attacco personale: è come se volesse verificare se l’altro è davvero radicato nella sua scelta, se ci crede fino in fondo. In realtà, ciò che sta accadendo in profondità è che quell’amico vorrebbe potersi affidare, desidererebbe trovare sicurezza in quella relazione, ma non avendo ancora costruito dentro di sé quella fiducia, cerca all’esterno un segnale chiaro, una prova tangibile a cui aggrapparsi.
Lo stesso accade spesso in ambito lavorativo. Per esempio, il datore di lavoro può diventare la figura con cui c’è più possibilità di conflitto. A volte lo si percepisce come il cattivo della situazione, colui che pensa solo ai propri interessi, freddo, distante, crudele. Ma se si cambia prospettiva e si guarda con un’altra ottica, ci si accorge che quella persona, muovendosi così, in realtà sta osservando quanto un dipendente sia solido, responsabile e capace di non cadere nei tranelli dei soliti giochetti interiori: lamentela, rassegnazione, odio, vittimismo, pensare solo a sé stesso. In fondo, quel datore di lavoro sta testando se il dipendente ha la forza interiore e la maturità per gestire responsabilità più grandi. È come se stesse valutando se può affidargli una carica con maggior fiducia, autonomia e magari anche una promozione.
Tutto questo, quasi sempre, avviene a livello inconscio. Non ne siamo consapevoli, e per questo ci sembra a volte crudele, altre volte ingiusto. Ma se fossimo coscienti di questa profondità, se riuscissimo a cogliere davvero il senso nascosto, le relazioni diventerebbero un campo da gioco completamente diverso. Le vivremmo in maniera più serena, più libera, con uno sguardo più ampio. Sapremmo accettarle, comprenderle e trarne insegnamenti molto più profondi. E a quel punto ogni interazione diventerebbe un’occasione di crescita reciproca.
Non solo: riusciremmo a riconoscere anche cosa accade dentro di noi quando ci troviamo dall’altra parte del gioco. Quando siamo noi quelli che cercano di controllare, manipolare, mettere alla prova l’altro. Perché sì, succede a tutti. E non lo facciamo necessariamente con malizia: a volte è un modo inconsapevole per cercare sicurezza, amore o conferme. Vederlo ci aiuterebbe a sciogliere molti malintesi.
In fondo, è tutto un gioco. Un gioco che serve a fortificare la fiducia e l’amore. Un gioco che, se non compreso, rischia di trasformarsi in un terreno tossico e disfunzionale; ma se visto per ciò che realmente è, diventa un campo di allenamento per crescere insieme, superare le ombre e togliere loro potere.
Perciò, alla fine, gira che ti rigira, tutto, davvero tutto, anche ciò che all’apparenza sembra difficile o doloroso, è al servizio dell’Amore.