Il Gioco della Manifestazione
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Il Gioco della Manifestazione è qualcosa in cui siamo immersi inevitabilmente, indipendentemente dalla nostra volontà. Non si tratta di scegliere se manifestare o meno: siamo, per natura, un canale di manifestazione. Questa può avvenire in modo consapevole o inconsapevole. La proposta qui, è di iniziare a padroneggiare questo gioco con sempre maggiore maestria.
Dato che viviamo all’interno di un corpo fisico e materiale, è fondamentale comprendere il dualismo del potenziale e della limitazione in cui ci troviamo.
Il trucco sta nel non essere identificati con la limitazione e dunque riconoscerne l’illusorietà, nonostante sia presente nella realtà che stiamo vivendo.
In questo modo è possibile essere in completa pace con essa ed essere coscienti del potenziale contenuto in essa.
La limitazione è funzionale alla progressiva espansione del potenziale: è ciò che permette una crescita graduale, modulando il processo di espansione della coscienza attraverso un organismo vivo.
Giocano sempre due energie:
- Energia della Coscienza, Maschile, relazionata al Potenziale, all’Espansione del Tutto.
- Energia dell’Amore, Femminile, relazionata alla Limitazione, al mantenere Unito il Tutto.
Sono entrambe fondamentali, per il Principio Ermetico del Genere. (Approfondiamo su queste due energie nell’articolo “Le Polarità")
In Pratica
Quando per esempio impariamo a suonare uno strumento, ci troviamo di fronte sia al potenziale che alla limitazione.
Il potenziale è ciò che possiamo diventare: immaginarsi suonare con gioia, cantare con gli amici o esibirsi davanti a un pubblico, condividendo l’amore che sentiamo dentro. É una visione che arriva dal campo quantico delle infinite possibilità. E quando connettiamo con quella visione reagiamo tipo: Wow! Bellissimo!!!
Ecco, abbiamo connesso con il potenziale, che appartiene al mondo interiore, al Non-Manifesto, a una Visione Divina e a un’Emozione Elevata. Quando siamo bambini, essendo connessi all’innocenza e alla fiducia, abbiamo questa capacità extrasensoriale molto attiva.
Ma nel mondo della materia, della realtà spazio-temporale, ci incontriamo con la limitazione: le dita che non riescono a premere le corde, la mano che fatica a muoversi. Niente panico! È normale: siamo nel mondo della materia, della limitazione, dove tutto si manifesta più lentamente, più gradualmente. Dobbiamo comprendere che la materia è l’ultimo step del processo.
Anche se la nostra mente superiore è connessa alla visione del Potenziale quando dobbiamo tradurre questa grandezza in una manifestazione concreta – che sia a immagine e somiglianza di quello che abbiamo visto nell’alto dei cieli – dobbiamo fare i conti con la densità della materia, ovvero con una forma di limitazione.
I Piani della Realtà
La creazione avviene prima nei piani più sottili e poi discende progressivamente nella materia:
- Prima si manifesta nel Piano Mentale, il più sottile, dove le idee cambiano forma in frazioni di secondo. É qui che c’è bisogno di trovare il punto di vuoto tra i vari pensieri, smettere di essere ingannati da quelli menzogneri relativi all’Io limitato, e così dirigere l’attenzione sulla forma adeguata.
- Poi scende nel Piano Emozionale, dove le emozioni impiegano più tempo a trasformarsi. Per esempio, un cambiamento di pensiero porta gradualmente a un cambiamento emotivo. Qui la materia mentale sottile viene magnetizzata.
- Successivamente, si manifesta nel Piano Energetico, influenzando il modo in cui ci sentiamo nel corpo e la vitalità che esprimiamo. Qui si crea un’entità eterica che già si muove nel mondo della materia.
- Infine, il cambiamento si riflette nel Piano Fisico dedicando il tempo e la continuità necessaria, osservando i segnali e le opportunità che si rendono sempre più evidenti per la realizzazione definitiva dell’opera.
Identificazione?
Se ci identifichiamo con l’Io limitato, vivremo in uno stato nevrotico (prigionia nella limitazione) o in uno stato psicotico (evasione dalla limitazione).
Facciamo un esempio:
Io limitato identificato con l’idea di “Sono un imbecille buono a nulla”.
- Nevrosi – pensieri associati: “Devo riuscirci a tutti i costi”, “Non posso rinunciare”, “Lo farò per dimostrare che posso”, “Non posso sbagliare”…
- Psicosi – pensieri associati: “Questa cosa in realtà non mi serve”, “Ma guarda che a me non interessa”, “Preferisco stare tranquillo/a”, “Non è questo che mi corrisponde”, “Io sono già perfetto così come sono”…
Ogni pensiero nasce dall’identificazione, più o meno consapevole, con l’idea madre: “Credo di essere un imbecille buono a nulla”.
La nevrosi significa essere schiavi di questa credenza e sottomettersi ad essa (“Dato che sono un imbecille, allora devo dimostrare che non lo sono, che invece sono bravo, che invece posso” ecc…). Inevitabilmente, si finisce per riconfermare la credenza. È un cane che si morde la coda, perché ogni azione verrà intrapresa partendo dall’identificazione con “Sono un buono a nulla” e quindi… indovina? Mi manifesterò come un imbecille buono a nulla: Non ci riuscirò! Alla fine dirò: “Tanto lo sapevo”, e la credenza “Sono un imbecille buono a nulla” diventerà ancora più forte.
La psicosi, invece, è fuggire dalla credenza per evitare di affrontarla (“Dato che sono un imbecille, ma non voglio riconoscerlo, mi creo una realtà immaginaria per non toccare quella credenza e così non soffrire”). Nella maggior parte dei casi, questo accade perché alla base c’è un dolore emotivo profondo e non elaborato. Così finiamo per evitare qualsiasi situazione che potrebbe metterci a confronto con la credenza, arrivando persino a isolarci dal mondo. Oppure diventiamo maestri nell’arte di manipolare la realtà, rigirando ogni situazione affinché nulla e nessuno tocchi quel punto vulnerabile, padroneggiando la menzogna, il controllo, la dominanza e qualsiasi strategia necessaria per proteggere l’idea.
Nevrosi e Psicosi nella maggior parte degli esseri umani si complimentano e giocano insieme come leader indiscussi del dominio dell’Identificazione.
NB:
Fondamentale connettere con il significato che quella manifestazione ha per te.
Più la manifestazione è legata al bisogno di creare identità dell’Io, di creare una nuova credenza, più lenta è la sua realizzazione.
(Nell’esempio fatto, creare una nuova identità sarebbe: “dato che sono un imbecille ora imparo a suonare la chitarra come un figo così smetto di essere un imbecille e divento uno forte”. Ecco. Questa è una nuova carcere. Anche se è un grande passaggio nel recuperare il proprio valore personale è comunque legato all’IO, al senso di identità.)
Più è slegata dal bisogno di creare identità dell’Io più la manifestazione è rapida, perché è più connessa all’Amore, alla Purezza, a ciò che è naturale. Il bambino quando guarda la visione del potenziale nel piano mentale diventa energia pura, gli brillano gli occhi, si entusiasma emozionalmente quindi ha un alto potere vibrazionale. (Purezza, innocenza, fiducia, gioia, allegria…)
Mentre se c’è la necessità di creare un’idea di sé, è ovvio che la qualità energetica vibrazionale sarà di un livello più basso, giusto? (Sfida, potere, desiderio, orgoglio, neutralità…). Ecco, dunque la manifestazione sarà più lenta.
MA VA BENE TUTTO. Non c’è qualcosa di giusto o di sbagliato. È un gioco, ricordi? Passo a passo si fa pratica, arriva la comprensione e ci si raffina.
Il Gioco del Codice Maestro ci appoggia proprio a riconnettere con quello stato originale, di purezza dell’Essenza Spirituale. É un processo, poco a poco, con pazienza e gentilezza.
Stiamo dunque dicendo che o c’è Identificazione o c’è Amore. Già in questo articolo si può intuire il significato di quest’espressione, comunque approfondiremo in un altro articolo. Stay tuned
Sintetizzando:
Se dunque smetto di identificarmi con questo Io limitato, smetto di credere a tutte le menzogne ad esso collegate e mi focalizzo sul Potenziale, cioè sulla possibilità che esista qualcosa oltre quell’idea di Io, allora, attraverso il processo di manifestazione, questa possibilità potrà diventare reale nella materia.
A quel punto avrò superato una limitazione e avrò de-programmato l'idea falsa su ciò che credo di essere, o per lo meno una parte.
Allora il mio campo di realtà si trasforma e si adegua, manifestando un nuovo panorama.
Processo di Crescita Personale o Trascendenza?
Questo esempio riguarda una situazione relativamente piccola, giusto per rendere il concetto più comprensibile, ma secondo il Principio ermetico della Corrispondenza, è un principio che si applica a qualsiasi situazione, in ogni scala, per analogia.
Se dunque ci focalizziamo sul potenziale, sperimenteremo stati interiori elevati e armoniosi. Di conseguenza, la realtà che manifesteremo sarà chiara, coerente e in sintonia con il sentire profondo della nostra essenza.
Abbiamo esposto un processo magistrale di crescita personale dell’Io che supera la limitazione per manifestare del Potenziale addormentato. Diciamo “processo di crescita personale” perché è un processo di manifestazione del Potenziale attraverso l’Io, e quindi di ampliare ciò che è possibile in me e nella mia realtà (ovvero creare un nuovo Io più capace o più accettabile o più di successo o con più soldi o con maggiore magnetismo di attrazione o con un talento artistico sviluppato ecc).
Il processo di trascendenza - che comporta la disidentificazione dall’Io e un ricordo sempre più vivido della Verità di ciò che è - è una cosa ben differente. Tuttavia, può essere vissuto all’interno della stessa dinamica di manifestazione, a seconda del grado di attaccamento a quell’Io.
(Approfondiamo questo concetto nell’articolo “Il Campo di Realtà e l’Illusione del Gioco”)
Spieghiamo meglio:
Paradossalmente, meno siamo legati all’Io, maggiore è il potere di manifestazione. Infatti, come già detto, è proprio l’Io limitato a rendere graduale l’espansione del potenziale nella materia. Se l’Io limitato scompare, allora l’espansione del Potenziale avviene in modo travolgente. (Questo poi può essere messo al Servizio di una Volontà Superiore, ma questa è un'altra storia).
Il Bambino e Jimi Hendrix
Detto in altri termini: quando smetto di identificarmi con la mente che crede sia impossibile suonare la chitarra come Jimi Hendrix e mi connetto al Potenziale, ovvero alla coscienza che sì, è possibile, la mia mano inizia a muoversi sulla chitarra proprio come la sua.
Non è un tentativo dell’Io di auto-convincersi, di pensare positivo o di dimostrare qualcosa sforzandosi. No, niente di quella robaccia. Non viene dalla mente, ma dal campo del Potenziale.
Qui si parla di una qualità che scaturisce direttamente dalla Trascendenza dell’Io, di uno stato di Flow. (Approfondiremo in un altro articolo).
Noi, però, rimaniamo con i piedi per terra. Prendiamo in mano la chitarra con la giusta attitudine e lasciamo che il processo si svolga in modo naturale, seguendo i suoi tempi. Nel frattempo, ci godiamo il miracolo della vita che si manifesta, con gioia e presenza.
Ricordiamo:
Il gioco è estremamente semplice.
Come direbbe un bambino che, senza volerlo e senza saperlo, inizia a suonare la chitarra meglio di Jimi Hendrix, lasciando tutti di stucco.