Il Campo di Realtà e l’Illusione del Gioco

“È vero senza menzogna,
certo e verissimo.
Come è in alto, così è in basso.
Come è sotto, così è sopra.
Per fare i miracoli
Della cosa una”

dalla tavola smeraldina di Ermete Trismegisto


Questo principio universale (di Corrispondenza) ci rivela una verità fondamentale: non importa in quale campo di gioco ci troviamo, perché in ogni gioco è già presente tutto ciò di cui abbiamo bisogno per ricordare la verità di ciò che siamo.

Ogni Campo di Realtà è definito da limitazioni, condizioni e credenze.

La limitazione è essenziale: senza di essa, non esisterebbe alcun gioco.
Le condizioni di un gioco sono ciò che determinano proprio quell’esperienza in cui vive quell’essere umano.


Per esempio, una persona con certe credenze e schemi mentali, programmati nella sua mente da ciò che ha percepito nel passato e accumulato nella memoria, vivrà in un campo di realtà determinato proprio da quelle condizioni.
È una configurazione, come può esserne un’altra, della matrice.

Quel campo di realtà è Perfetto. E in quel campo di realtà ci sono tutte le esperienze necessarie affinché quell’Essenza possa riconoscere se stessa, al di là dell’illusione del gioco delle forme.

Un’altra persona, con un diverso sistema di credenze, giocherà un altro gioco, in un campo di realtà differente, un'altra configurazione della matrice.

Appare più grande, più piccolo, colorato in un modo o in un altro, più bello o più brutto, più piacevole o più spiacevole, ma la sostanza non cambia: anche in quel gioco ci saranno tutte le condizioni affinché quell’Essenza possa risvegliarsi alla sua vera essenza.

 

Dunque:
Il punto non è cambiare gioco, non è modificare le credenze o i paradigmi con cui ci identifichiamo. Il punto non è riprogrammare.
(Anche se è un bel gioco, funzionale in dei punti del processo, quello di togliere vecchie credenze e metterne altre nuove, vedi articolo “Il Gioco della Manifestazione", che parla della Via della Magia)

Se ci focalizziamo sulla riprogrammazione, rimaniamo intrappolati nell’illusione delle forme: creeremo semplicemente un nuovo gioco, un nuovo sistema di credenze, una nuova configurazione, ma resteremo comunque vincolati al programma e identificati col programmatore (Il Falso Dio).

Non è questione di riprogrammare la realtà. Non è importante in quale gioco ci troviamo, se siamo ricchi o poveri, se viviamo in un Paese o in un altro, se abbiamo una relazione o siamo soli, se abbiamo un lavoro o un altro lavoro. Sono tutte illusioni.

In ogni illusione c'è il Tutto.
Ogni parte dell'ologramma contiene l'ologramma intero.
(Fisica Quantistica)



Deprogrammazione e Disidentificazione

Il vero lavoro è disidentificarsi dall'Io, liberarsi dall’ipnosi, svelare l’inganno e disconnettersi definitivamente dal programma. Riconoscere che non siamo l’Io che gioca quel particolare gioco, ma qualcosa di infinitamente più grande. Il percorso non consiste nel modificare le condizioni del gioco, ma nel deprogrammare la mente, sciogliendo l’identificazione con qualsiasi forma e tornando alla memoria di ciò che siamo in verità.



Trascendenza del Gioco

Non importa in quale campo di realtà stai giocando.

Come in alto, così in basso. Come sopra, così sotto: Ogni gioco è un’opportunità necessaria per fare esperienza e, attraverso di essa, ricordare chi sei veramente. Ricordare la verità di ciò che è.

Mi riferisco alla verità ultima, quella esoterica, quella antica, la stessa tramandata nei misteri delle scuole iniziatiche. Possiamo chiamarla Trascendenza. Una verità che esiste al di là del gioco e che può essere riconosciuta solo quando ci si disconnette dall’illusione. Perché questa verità non appartiene al dualismo. Va oltre la contrapposizione tra potenziale e limitazione, tra finito e infinito.


É proprio la trascendenza di cui Alberto, mio maestro, parla nella Psicologia Trascendente.
(Richiedimi il Triangolo con le parole e te lo passo).

 


Addormentati nell’Illusione

Molti credono che la liberazione consista nel superare la limitazione ed espandere il proprio potenziale. Anche questa è un’illusione. Identificarsi con il potenziale è solo un altro modo di restare intrappolati nel gioco.

La verità ultima, o trascendenza, non si trova né nella limitazione né nel potenziale, perché essa li trascende entrambi.

Trascendere la limitazione per manifestare un nuovo gioco all’esterno significa rimanere nell’illusione. È solo un’altra forma di intrattenimento per un Io ancora perso nella menzogna.

Questo Io può persino diventare un mago, padroneggiare le leggi della mente e creare la realtà che desidera. Può convincersi di essere libero perché ha il potere di cambiare il gioco e di esprimere la forma più raffinata della creazione. Ma è ancora schiavo del gioco stesso. Non ha ancora compreso cosa significhi davvero trascendere.

Non consiste nel creare una realtà diversa, nel modificare le condizioni esterne o nel scegliere una forma piuttosto che un’altra. La vera trascendenza si trova oltre le forme, oltre il gioco stesso.  È relazionata al Silenzio, all’assenza di forma, all’assenza di vibrazione.



La Via Iniziatica dell'Alchimia

Non c’è bisogno di cambiare il mondo intorno a noi.
I grandi maestri non cercavano di manipolare la realtà per adattarla ai propri desideri. Vivevano in una semplicità assoluta, perfettamente radicati nella realtà così com’era. Non perché fossero rassegnati, ma perché avevano scoperto la verità interiore della trascendenza: una verità che non si oppone a nulla, che non rifiuta nulla, ma che include tutto esattamente così com’è.
Questa è la Autentica Spiritualità.

Trascendere la limitazione significa disidentificarsi dall'illusione stessa del limite. Non è cambiare la forma, ma andare oltre di essa. È riconoscere che l’autentica libertà si trova nello spazio della verità, al di là delle apparenze create dalla mente.

Questa è la Via Iniziatica dell'Alchimia.


Una Storia Antica

Un discepolo chiede al maestro:
 — Maestro, cosa facevi prima di illuminarti?
Il maestro risponde:
 — Portavo l’acqua dal fiume a casa.

Il discepolo continua:
 — E adesso che sei illuminato, cosa fai?
Il maestro risponde con un sorriso:
 — Porto l’acqua dal fiume a casa.

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